Analisi del 2015

I folletti delle statistiche di WordPress.com hanno preparato un rapporto annuale 2015 per questo blog.

Ecco un estratto:

Un “cable car” di San Francisco contiene 60 passeggeri. Questo blog è stato visto circa 890 volte nel 2015. Se fosse un cable car, ci vorrebbero circa 15 viaggi per trasportare altrettante persone.

Clicca qui per vedere il rapporto completo.

Pubblicato in Senza categoria | Lascia un commento

Albo Unico dei Consulenti Finanziari

Autore: Ferruccio Riva

La Legge n. 114/2015 di Delegazione europea 2014, pubblicata in G.U. il 31 luglio scorso, fa un riferimento esplicito all’Albo dei Consulenti Finanziari, nell’ambito della previsione di recepimento della Direttiva MiFID2, dando scadenza al Governo per il prossimo 3 luglio 2016.

È giunto quindi il momento di condividere una riflessione pragmatica e profonda, senza demagogia o compromessi di maniera, per capire fino in fondo cosa ci sia davvero sul piatto fino ad oggi e quale dovrebbe essere, invece, la vera portata delle modifiche normative da realizzare per dare reale efficacia, e non facciata, a questa potenziale “rivoluzione”. Il presupposto fondamentale sta nel fatto che tutto ciò che analizzeremo rientri nella sola modifica dell’art. 31 del Testo Unico della Finanza (salvo un “dettaglio” che riguarda il Codice Civile). È chiaro come il sole che tale materia non venga toccata spesso e quindi che non si possa attendere altri 8/10 anni e la MiFID3 per fare ciò che si dovrebbe realizzare (in ritardo) oggi.

Una premessa: i principali contenuti sono tratti dalla documentazione consegnata da chi scrive nel settembre 2013 ai vertici della nostra Associazione, ben prima di tutti i successivi  interventi parlamentari, inclusi quelli descritti.

Cosa c’è: sicuramente la soluzione ad una annosa lacuna lasciata in eredità politica, di Governo in Governo, dal 2008. Gli articoli 18bis e 18ter del TUF prevedono, sin dalla loro pubblicazione, la creazione di un Albo per i consulenti fee only (persone fisiche e giuridiche) mai realizzato, con la collegata vigilanza su questi operatori. Unificarli nell’Albo dei promotori finanziari è una soluzione funzionale a costo zero… Avendo già previsto per Legge, appunto, la vigilanza in capo all’organismo mai nato, diviene naturale che questa venga conferita in seno al nuovo Albo, portando al nuovo soggetto, per proprietà transitiva, anche la vigilanza su chi vi era già iscritto (i p.f.), tenendo il tutto, naturalmente, ad una sorta di secondo livello, sotto il logico controllo primario esercitato dalle Autorità di vigilanza. Proprio Consob, poi, sarà deputata a sciogliere un altro nodo complesso: i criteri di rappresentanza negli organi direttivi del costituendo organismo. Il tema è delicato, con soluzioni che potrebbero cadere facilmente nel paradossale (intermediari che, per peso, controllino i fee only) e che quindi richiederà estrema saggezza.

Cosa è dubbio: solo il Ddl “Marino”, in discussione da più di un anno in Senato e senza alcuna garanzia di essere recepito dal Governo entro i termini stabiliti, prevedebbe il ritorno ormai logico e naturale, per i promotori finanziari, alla denominazione professionale di consulenti finanziari anche se, a dire il vero, la definizione “Albo dei Consulenti Finanziari” inserita all’art. 9 comma o) della L. 114 lascia ben sperare. Sempre nello stesso disegno di legge è contenuto e verrebbe applicato, con “soli” 8 anni di ritardo, il recepimento della definizione della professione, cioè di cosa i professionisti “fanno”. Il comma è identico all’articolo 1 della proposta contrattuale che abbiamo fatto al mercato (vedasi blog https://anasfilsaltodiqualita.wordpress.com/schede monotematiche e testo integrale scaricabile dal sito www.anasf.it). Ma c’è un’altra questione incerta e spinosa posta dal testo della legge-delega più sopra citata, di cui riprendiamo lo stralcio: “omissisponendo le spese relative all’albo dei consulenti finanziari a carico dei soggetti interessati; dall’attuazione delle disposizioni di cui alla presente lettera non devono derivare nuovi o maggiori oneri per la finanza pubblica ne’ minori entrate contributive per la CONSOB; omissis. Letteralmente, i circa 4,7 milioni di euro di contributi versati annualmente dagli iscritti a Consob devono rimanere tali. I maggiori costi della vigilanza in capo al nuovo Albo, dunque, dovranno essere pagati a parte (in più?), sempre dai suoi iscritti. Con una interpretazione estrema, derivante da altri commi del Ddl Marino, potremmo immaginare che Consob possa prevedere la compensazione di minori entrate con minori costi del personale, trasferendolo al nuovo organismo. Che dimensione verrebbe a quel punto data a quest’ultimo per giungere a conguaglio, magari col rischio di costruire l’ennesimo “carrozzone all’italiana”?

Cosa manca: si notano due carenze fondamentali, impropriamente separate dal Ddl fin qui nei dibattiti politici e manchevolmente non proposte e/o adeguatamente sostenute fino ad oggi. Innanzitutto, la discriminazione patita dai p.f. italiani rispetto ai colleghi europei nel non potersi organizzare sotto forma di società (persona giuridica), come chiaramente previsto da entrambe le versioni della Direttiva MiFID. Il fatto di inserire sotto la vigilanza del nuovo organismo le società di consulenza finanziaria (art. 18ter TUF) dovrebbe invece, anche qui per proprietà transitiva, far cadere l’ultima foglia di fico di fronte a questa iniquità, che blocca un naturale salto di qualità della professione, salvaguardando l’Italia, tra l’altro, da una possibile procedura d’infrazione legata ai rapporti con gli altri partners europei, come si evince da una consultazione ESMA di qualche mese fa. Poi, un elemento fondamentale per la previdenza di settore: la creazione di un presupposto normativo per poter uscire in futuro dal padre innaturale Enasarco. Sarebbe sufficiente, per analogia, aggiungere i termini “e finanziari” all’articolo 1753 del Codice Civile, dando alla nostra categoria gli stessi presupposti degli agenti assicurativi (che non rientrano in Enasarco, pur esercitando spesso la nostra stessa professione, con iscrizione al nostro Albo!). Il tempo, poi, porterà ad un accordo economico di categoria professionale e si saranno creati così i presupposti per la soluzione di questo altro annoso, sofferto problema (si rimanda ancora alle schede del blog per approfondimenti).

Cosa è di troppo: la definizione “indipendenti” usata a sproposito. La Direttiva MiFID2 e le successive consultazioni ESMA hanno chiarito senza alcun dubbio che la eventuale definizione di “indipendente” sia da attribuire alla prestazione fornita, non al soggetto che la fornisca. A tendere, nel mercato italiano tale prestazione potrà essere con collocamento (attraverso rapporti con intermediari) o senza collocamento (fee only). Per questo, l’unico parametro eventualmente utile da indicare al mercato sarà proprio nel fatto che il professionista possa o meno collocare le soluzioni che andrà a proporre. Sbagliare su tali definizioni potrebbe potenzialmente portare l’Italia, anche in questo caso, verso una procedura di infrazione, prevenibile.

Un’ultima nota: nel 2013, ipotizzando un Albo diviso in rubriche, erano state previste in particolare due di queste oggi mancanti. Si tratta di quella dei praticanti, argomento sul quale ESMA pare definitivamente orientata, vedendo l’ultima, contestatissima consultazione di luglio scorso, e quella dei consulenti finanziari dipendenti, specifica che porterebbe una definitiva chiarezza nella forma della professione, risolvendo, si spera, confusioni come quelle generate tra il 2011 e il 2014 nell’applicazione in Italia delle Direttive CRD3 e 4.

Concludendo, noto come la nostra categoria sia stata ben poco ascoltata e non abbia saputo fin qui alzare adeguatamente la posta nel dare la disponibilità a risolvere un problema del legislatore, commettendo un errore che rischia di pesare in vari modi sul futuro della categoria. Non si tratta, come si usava nei metodi della vecchia politica, di chiedere 100 per ottenere 50, bensì di dare senso compiuto ad una riforma o lasciarla inesorabilmente monca. Fino ad oggi, concretamente, poco o nulla risulta effettivamente d’interesse per la nostra categoria professionale, che potenzialmente può trarne più danni che benefici, cosa da evitare assolutamente con la massima attenzione, sperando che non sia troppo tardi. Quindi, moltissimo resta da fare nei prossimi mesi. Tutto ciò che va chiesto, in realtà, è l’applicazione delle Direttive europee esistenti, per far fare alla professione il definitivo salto di qualità, necessario per il suo futuro e per il bene del mercato.

Pubblicato in Senza categoria | Lascia un commento

Riflessione di Elio Conti Nibali su Enasarco

L’approvazione dello Statuto di Enasarco, passato al vaglio dei Ministeri competenti, e la pubblicazione del regolamento elettorale pongono le premesse, a ben otto anni di distanza dalla relazione del commissario Pollastrini, per l’elezione democratica dei vertici dell’ente previdenziale. Un parto estremamente sofferto, ma necessario anche sotto la spinta delle continue inchieste giornalistiche che hanno finalmente dato voce alle tante denunce che ripetutamente hanno messo in luce inefficienze, e non solo, nella gestione di Enasarco. Questa e’ la premessa che viene sbandierata, ma dietro all’annuncio purtroppo vengono fuori i soliti sistemi, tutti a vantaggio di una casta che continua imperterrita a rimanere impermeabile a qualsiasi ipotesi di trasparenza e di reale apertura di un apparato che mira esclusivamente alla propria auto conservazione. L’elezione diretta dei delegati, che poi eleggeranno il nuovo consiglio di amministrazione della fondazione, dalla lettura combinata dello Statuto e del Regolamento elettorale, lascia le mani libere alle solite organizzazioni che da sempre gestiscono con i risultati noti ENASARCO, e pongono invece limiti esageratamente restrittivi a chi volesse concorrere in piena libertà a questa fase elettorale. Una vera polpetta avvelenata e’ chiedere la presentazione di liste di sottoscrittori autenticate singolarmente per un minimo di 7250 firme ! Di contro a nessuna incombenza per i padroni del vapore. Se oggi decidessimo di presentare una candidatura a Sindaco di Milano, ed una lista a sostegno, ci basterebbe raccogliere mille firme, invece per un’assemblea di delegati ad una fondazione di diritto privato … sette volte tanto e facendo la fila dal notaio ! E tutto questo, duole dirlo, con l’avallo dei ministeri e della solita politica. L’Anasf in questi anni ha cercato di trovare soluzioni al problema Enasarco, instaurando ad intermittenza percorsi dialoganti e richieste di commissariamento. E’ del tutto evidente che questa strada non ha portato a nulla, bisogna assolutamente cambiare musica se si vogliono cambiare i suonatori, le manfrine servono a poco contro i muri di gomma.

Pubblicato in Senza categoria | Lascia un commento

Intervista a Drago Biafore pubblicata su Bluerating

Perché cambiare lo statuto?

Nel corso di questo mandato si è deciso di procedere a una revisione organica dello statuto, cosa che in passato non era stato possibile fare in sede congressuale per il poco tempo a disposizione. E’ stata costituita una commissione ad hoc per lo statuto coordinata dal sottoscritto quale presidente del consiglio nazionale. La commissione, che è stata composta da undici tra consiglieri nazionali e coordinatori regionali, ha lavorato nove mesi da settembre a maggio. E’ stato un lavoro di grande intensità e coinvolgimento con cinque sedute nel corso degli ultimi sei mesi, intervallate da confronti in consiglio nazionale con i consiglieri nazionali e i coordinatori regionali.

Con quali esiti?

La commissione ha prodotto un testo presentato nel consiglio nazionale di maggio. Il consiglio ha preso atto del testo che sarà portato al congresso nazionale di Perugia, per i provvedimenti conseguenti. Naturalmente, il congresso potrà recepire e modificare tale testo come riterrà opportuno. Una premessa: è stato deciso di separare lo statuto che contiene principi e finalità associative, che possono essere modificati solo dal congresso, dagli aspetti organizzativi e operativi che sono stati trasferiti nel regolamento e che possono essere modificati dal consiglio nazionale.

Quali sono le novità più interessanti che sono contenute nella vostra proposta di nuovo statuto?

Sono state introdotte diverse modifiche che riguardano l’iscrizione, l’incompatibilità, il ruolo del comitato esecutivo e i comitati territoriali.  Non sono stati risolti, invece, i due nodi politici che riguardano il modello di governance dell’associazione.

Nodi politici di che tipo?

Sulla governance sono emerse due visioni, una di carattere presidenzialista e l’altra di partecipazione e condivisione senza esclusioni pregiudiziali all’attività dell’associazione. Questa visione diversa è espressa chiaramente nei programmi della lista 1 “Il Futuro della Professione” (che ha in Maurizio Bufi il suo candidato presidente. N.d.r.) e della lista 3 “Il Salto di Qualità” (che ha tra i suoi protagonisti proprio Drago Biafore con Elio Conti Nibali e Ferruccio Riva. Una posizione che trova consenso anche nelle altre due liste in campo. N.d.r.). Il mio punto di vista è che il presidenzialismo non si addica ad un’associazione ma questo nodo, che ha diviso la commissione per metà, dovrà essere sciolto al Congresso.

E il secondo nodo?

E’ relativo al decentramento dove è stata trovata una soluzione di buon senso. Si è convenuto che il modello attuale sia inadeguato ma su come sostituirlo sono emerse opinioni diverse che poi hanno trovato puntuale ospitalità nei programmi delle liste. Da un lato c’è chi vuole una commissione per il decentramento costituita da consiglieri nazionali e coordinatori regionali per sviluppare l’attività a livello locale (la Lista 1. N.d.r), di fatto la continuazione del sistema in vigore. Di contro c’è chi crede (La lista 3. N.d.R.) che il modello del decentramento debba essere basato sulla partecipazione attiva degli organi locali dell’associazione, alle decisioni dell’associazione, cui conferire anche autonomia finanziaria per iniziative in proprio. Dicevo, come pure nella diversità di opinioni si è trovata una decisione condivisa e di buon senso: il tema del decentramento l’abbiamo trasferito dallo Statuto al Regolamento.  Come sarà organizzato il decentramento, quindi, lo deciderà il nuovo consiglio nazionale.

 

A proposito di localismo, la proposta è di sostituire i vecchi comitati regionali con i comitati territoriali. Perché?

Il nome di comitato territoriale, è stato scelto perché ci sono regioni così ampie e con così tanti associati da rendere possibile una organizzazione locale relativa anche a una sola o più province. Oppure regioni così piccole che rendono necessario promuovere forme di aggregazione territoriale. Per esemplificare, sono i casi della Lombardia che ha circa 2000 iscritti e del Molise che ne ha 60. Anche in questo caso il consiglio nazionale deciderà le forma di aggregazione territoriale e come finanziarle.

 

Cosa avete deciso all’unanimità?

Tutto il resto. Si pensi alla nuova formulazione dell’articolo 1 “Tutti gli iscritti all’Albo possono chiedere l’iscrizione all’Anasf” che abbiamo proposto proprio in vista delle modifiche di carattere legislativo. Una volta approvata dal Congresso questa modifica aprirà le porte dell’associazione per esempio a consulenti fee only e bancari-pf dipendenti. Così come condivise sono state le incompatibilità stabilite dall’articolo 11 relatiamente alla carica di consigliere nazionale e che peraltro valgono anche per i componenti del comitato esecutivo. Tutti d’accordo anche sulla formulazione dell’articolo 14 nella parte dove rafforza il ruolo collegiale del comitato esecutivo: qualsiasi proposta che arriva nel consiglio nazionale deve essere discussa preventivamente nel comitato esecutivo. In definitiva ritengo che la commissione per lo statuto ha realizzato “un prodotto di qualità per il Congresso, elaborato in modo unitario pur in presenza dei due nodi politici che le dicevo.

Pubblicato in Senza categoria | Lascia un commento

Il programma in pillole

LISTA 3 - Il programma in pilloleScarica in pdf il programma in pillole

Pubblicato in Senza categoria | Lascia un commento

Intervista a Elio Conti Nibali

Pubblicato in Senza categoria | Lascia un commento

Benvenuti

Un benvenuto a tutti nel blog della Lista 3 Il Salto di Qualità: Consulenti per il Cambiamento.

Lavoriamo insieme per “l’evoluzione della specie”

Pubblicato in Senza categoria | Lascia un commento